Nata a Vila Viçosa l’8 dicembre 1894, fin da giovane la sua vita fu segnata da diverse instabilità, che influenzarono profondamente la sua opera letteraria, che l’autrice seppe trasformare in poesie di altissima qualità, cariche di erotizzazione e femminilità. Morì a soli 36 anni suicida, dopo la diagnosi di un edema polmonare.
Nel 1919, tra più di trecento studenti, Florbela fu una delle quattordici donne ammesse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Lisbona. Tuttavia, i primi tentativi di promuovere la sua poesia fallirono.
Nella sua opera letteraria, l’immaginazione, la sensibilità, la passione e lo sconforto, abbracciati da un vivace senso estetico, rivelano la genuinità della Donna e del suo pensiero immerso nelle parole. Le forme perfette e melodiose delle sue poesie ritraggono fedelmente la vita nella sua pienezza, con le sue vittorie e le sue sconfitte, le sue gioie e le sue delusioni, dette senza pudore e senza paura, dando così voce a un universo all’epoca messo a tacere da usi e costumi.
Irriverente, audace e sognatrice, aprì orizzonti che contribuirono a cambiare la mentalità sul ruolo della donna nella società portoghese. La sua eredità rappresenta un nuovo ciclo letterario da una prospettiva femminile.
Inoltre, è stata una delle prime donne a godere del diritto al divorzio. Non dovette tacere sugli uomini che la rendevano infelice, che non la capivano o che la maltrattavano fisicamente. Fino ad allora il matrimonio era qualcosa di sacro e duraturo, e anche quando la legge fu approvata, per molti anni le donne divorziate furono molto disprezzate dalla società. Ma a Florbela questo non importava, non le importava che dicessero cose orribili su di lei se questo le avrebbe portato la possibilità di un vero amore.
Considerando il suo valore poetico e il modo in cui sapeva difendere i suoi ideali, Florbela è un nome ineludibile nella cultura portoghese, e le sue opere sono state riconosciute solo dopo la sua morte.