Marion Contessa Dönhoff è stata una delle giornaliste più influenti della Germania del dopoguerra e per 30 anni ha diretto il prestigioso settimanale DIE ZEIT. La nobildonna, molto istruita, fuggì dalla Prussia orientale durante l’invasione russa del 1945. In precedenza aveva gestito la tenuta di famiglia per diversi anni, dopo essere tornata da lunghi viaggi in Europa, Africa e America. Anche se aveva perso l’amata patria della Prussia orientale, continuò a promuovere il pensiero di “amare senza possedere” piuttosto che sostenere il recupero di quei territori. Durante la sua vita, lavorò attivamente per la riconciliazione tra gli Stati del blocco orientale e l’Occidente, sostenendo la politica attiva della Germania occidentale nei confronti della Germania orientale, rifiutando l’apartheid in Sudafrica e invocando continuamente nei suoi scritti il pensiero liberale, la tolleranza e la giustizia. Marion Dönhoff godeva dell’attenzione di importanti politici del suo tempo, tra cui Willy Brandt, Helmut Schmidt e Richard von Weizsäcker. Non solo superò le sfide di rifugiata, perdendo molti dei privilegi ereditati e la sua casa, ma sfidò anche i restrittivi ruoli di genere femminile del suo tempo.