Sarmiza BILCESCU nacque a Bucarest, in una famiglia benestante. Suo padre, Dumitru Bilcescu, era capo del controllo finanziario, cofondatore della Banca nazionale rumena e amico intimo di diversi importanti politici rumeni dell’epoca. Sua madre, Maria Georgian, era molto appassionata di arte e letteratura e incoraggiò sua figlia a perseguire l’istruzione superiore. Entrambi i suoi genitori erano animati dall’idea di preservare e promuovere i valori e l’identità rumena ed è per questo che Sarmiza prese il nome da una famosa fortezza dacica, Sarmisegetuza.
Miza, come veniva chiamata dalla sua famiglia e dai suoi amici intimi, era un maschiaccio durante la sua infanzia e amava passare il tempo fuori. Fino all’età di sette anni fu educata da sua madre e da un severo precettore privato, Vasile Păun. In seguito frequentò diverse scuole seguita da importanti studiosi dell’epoca, tra cui Spiru Haret e Frédéric Damé. Avendo anche una passione per l’arte e soprattutto per la musica, prese lezioni di pianoforte dal famigerato maestro e compositore Eduard Wachmann.
Nel 1884, all’età di 17 anni, si iscrisse senza difficoltà alla Facoltà di Lettere dell’Università di Parigi – che aveva iniziato ad accettare studentesse nel 1871 (dopo la prima studentessa accettata alla Sorbona, dalla Facoltà di Scienze, era già stata arruolata nel 1867) –, ma tornò a casa appena 6 settimane dopo a causa di un’epidemia di colera iniziata a Parigi in quel periodo. Intanto il padre, spinto dal desiderio di far fiorire l’importante patrimonio culturale della figlia, la convinse a prepararsi alla carriera di Avvocato, così tornò a Parigi – accompagnata dalla madre che la seguirà per tutti gli anni di studio. Nonostante il fatto che negli Stati Uniti d’America (Iowa), le donne avessero iniziato a esercitare la professione forense nel 1869, la Francia e gran parte dell’Europa erano ancora riluttanti ad accettare le donne come intellettuali alla pari degli uomini.
Nel dicembre 1884 sostenne l’esame di ammissione alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università della Sorbona e le deliberazioni durarono due settimane. Edmond Louis Armand Colmet De Santerre, professore di diritto civile, ammise: “Abbiamo esitato a concedere alla signorina Bilcescu l’autorizzazione che chiedeva, temendo di dover sorvegliare gli anfiteatri”. In attesa della risposta, nei corridoi della Facoltà nei corridoi, la madre di Sarmiza incontrò AE Pichard, la segretaria della Facoltà di Giurisprudenza, e le disse: “Vengo da un lontano paese straniero, ma lì non discutono il diritto delle donne a ricevere un’istruzione. Com’è possibile, signora, che in un Paese in cui anche sopra i cancelli del carcere c’è scritto «Libertà, Uguaglianza e Fratellanza», si impedisca ad una donna di istruirsi?». La segretaria trovò l’argomento davvero avvincente e ripropose la discussione al Consiglio di Facoltà. Finalmente Sarmiza venne ammessa, ma la lotta non era ancora finita: dopo essere stata accetta, venne invitata ad uscire dall’aula dal professor Paul Sonday, che urlava: “Senza le donne!… La scienza si fa tra gli uomini!” e diversi mesi dopo le venne impedito di entrare nell’edificio dell’università dal portiere.
Le cose cambiarono al suo primo esame. Ricorderà in seguito: “I professori erano riluttanti a guardarmi. Uno di loro fece una domanda difficile. Risposi. Il professore insistette. (…) Cominciai allora a dettagliare tutto, analizzando le eccezioni, parlai per circa un quarto d’ora. I volti dei professori si illuminarono: «Ben fatto, signorina, molto bene». L’esame continuò per quasi tre quarti d’ora. Uscii dalla stanza. Dopo due minuti il portiere mi richiamò dentro. (…) Da quel momento i professori mi diedero quella considerazione che era riservata solo all’élite!” Dopo aver completato il suo primo anno di studi, Colmet De Santerre si rivolse al corpo studentesco, citando “l’implacabilità oltre ogni lode e condotta esemplare” di Bilcescu e ringraziando gli studenti maschi per averla “accolta come una sorella”; il discorso fu accompagnato da applausi del pubblico. Si laureò in Scienze Giuridiche nel 1887.
Mentre era a Parigi, continuò a prendere lezioni di musica dal famigerato professore Antoine François Marmontel.
Il 12 giugno 1890, all’età di 23 anni, Sarmiza Bilcescu entrò nella storia, diventando la prima donna al mondo con un dottorato in giurisprudenza. I giornali di tutto il mondo (Europa, Australia, Stati Uniti d’America) raccontarono la sua storia. L’argomento del suo dottorato di ricerca fu di 506 pagine, titolato “Sulla condizione giuridica della madre nel diritto rumeno e francese”, in cui promuove l’uguaglianza di donne e uomini nell’istituto del matrimonio e nella condivisione dei diritti sui loro figli.
Una volta tornata in Romania, nell’autunno del 1890, Sarmiza Bilcescu chiese l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso l’Ordine degli Avvocati della Contea di Ilfov (che, all’epoca, comprendeva anche Bucarest) e il Consiglio degli Avvocati le concesse l’abilitazione sostenendo che “Non c’è nulla che si opponga alla richiesta del firmatario di essere arruolato come avvocato”.
Nessuna donna è riuscita a ottenere una licenza per esercitare in Europa prima di lei. Tuttavia, non si costituì mai in giudizio, perché la mentalità era difficile da cambiare e i potenziali clienti non si fidavano molto di un avvocato donna, ma veniva pagata regolarmente e offriva consiglio giuridico a chi lo richiedeva, a volte anche pro bono.
Il 18 marzo 1894 fondò la “Società delle giovani donne rumene”, focalizzata sulla promozione dell’Unità culturale del popolo romeno (la Romania non aveva ancora unificato tutti i suoi territori in quel momento) e sul sostegno alle donne per raggiungere livelli di istruzione superiore.
Nel 1897 sposò Constantin Alimănișteanu, considerato “il più illustre ingegnere delle miniere”, che la sostenne nel suo lavoro comunitario fino alla sua morte, nel 1911. Nel 1898, Sarmiza Bilcescu-Alimănișteanu diventò madre di un ragazzo che adorava, di nome Dumitru, dal nome di suo padre.
In questo periodo prese parte alla giuria della Mostra Cooperativa, patrocinata dalla famiglia reale Romena e fece amicizia con la regina Maria di Romania, alla quale diede lezioni di rumeno e con la quale in seguito tenne concerti di pianoforte.
Fu una militante attiva per la conservazione del patrimonio e delle tradizioni culturali rumene e un’importante promotrice dell’immagine della Romania all’estero. Venne coinvolta nella creazione di dormitori e mense scolastiche per studenti di Giurisprudenza, ma offrì il suo sostegno anche ad altri progetti riguardanti l’educazione dei bambini.
Nel 1909 fondò una scuola nella zona rurale di una delle sue tenute, che porta ancora il nome di suo padre, Dumitru Bilcescu. Offrì borse di studio private a studenti poveri che volevano studiare all’estero.
Fu presidente della Federazione delle Donne Universitarie. Presiedette diversi balli di beneficenza. Venne invitata a prendere parte a molte società femministe in tutto il mondo: The Advisory Board of Women’s Branch of the World’s Congress Auxiliary on Government Reform, Queen Isabella Association, Société des Amis de l’Université de Paris, International Congress of Women.
Morì nel 1935 di setticemia, causata da un’infezione al fegato. Anche se la sua carriera di avvocato non è mai fiorita, è riuscita ad affermarsi partecipando socialmente allo sviluppo della comunità ed è diventata un modello per le donne che aspirano ad un livello di istruzione superiore.
Letteratura e bibliografia
https://www.radioromaniacultural.ro/portret-sarmiza-bilcescu-prima-femeie-avocat-din-europa-si-prima-din-lume-cu-un-doctorat-in-drept/
https://www.forbes.ro/sarmiza-bilcescu-alimanisteanu-prima-femeie-doctor-drept-din-lume-si-o-feminista-desavarsita-84723
https://leviathan.ro/sarmiza-bilcescu-prima-romanca-avocat/
https://ro.wikipedia.org/wiki/Sarmiza_Bilcescu-Alim%C4%83ni%C8%99teanu